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Indice delle lezioni

Lezione 2
 
Che cos'è una notizia
 
Lezione 3
 
Modelli e generi giornalistici - parte 1
 
Lezione 4
 
Modelli e generi giornalistici - parte 2
 
Lezione 5
 
Modelli e generi giornalistici - parte 3
 
Lezione 6
 
Le redazioni dei quotidiani tra vecchio e nuovo
 
Lezione 7
 
Il giornalismo online
 
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Lezione 1 - Le fonti dell'informazione
Fonti primarie e fonti secondarie

Ma non tutte le fonti sono uguali. La prima distinzione da fare è tra fonte primaria e fonte secondaria.

Facciamo un esempio: il testimone che vi racconta di aver visto i rapinatori scappare in auto è una fonte primaria, e il suo racconto va messo tracaporali - le virgolette basse («») - e riportato il più fedelmente possibile. Fonte secondaria, sulla medesima rapina, è la versione dei fatti della questura.


A volte le due fonti non coincidono. All’epoca del terremoto in Irpinia, nel 1980, le fonti ufficiali (secondarie) nelle ore dopo il disastro parlarono a lungo di poche decine di morti, mentre i cronisti in avvicinamento all’epicentro del terremoto ascoltavano la gente in fuga (fonti primarie) che parlava di centinaia di morti. In quel caso i giornalisti più avveduti diedero credito ai testimoni, riportando per dovere di cronaca anche la versione ufficiale, e fecero bene.

Ma non sempre la fonte primaria è la più attendibile, e in ogni caso deve essere verificata. Il fact checking è un’attività importantissima e che, in un mondo in cui diventano fonti anche i social media, è davvero imprescindibile. A volte anche i grandi cadono: è il caso della notissima rivista Rolling Stone, che nel novembre del 2014 pubblicò “A Rape on Campus: A Brutal Assault and Struggle for Justice at UVA”, un articolo su un presunto stupro di gruppo ai danni di una studentessa universitaria durante una festa alla confraternita Phi Kappa Psi, in Virginia. La fonte dell’autrice dell’articolo, Sabrina Rubin Erdely, era la ragazza stessa, che aveva raccontato di aver subito lo stupro in occasione di una festa. La giornalista ha scritto l’articolo solo sulla base del racconto della ragazza, chiamata con il diminutivo Jackie, senza confrontarlo, ad esempio, con la versione del presunto primo aggressore. A questo proposito, infatti, c’è da dire che la ragazza si era sempre rifiutata di rivelare la sua identità: solo dopo la pubblicazione dell’articolo, quando la Erderly ha insistito nuovamente, ha ammesso di non sapere bene il cognome di quella persona. E solo a questo punto, per la prima volta, è stata messa in dubbio l’attendibilità di quella fonte. Ma ormai il danno era fatto: la storia era diventata virale e diffusa in tutto il mondo – se ne sono occupati anche i nostri quotidiani – il direttore di Rolling Stone pubblicò qualche tempo dopo una secca dichiarazione in cui si scusava con i lettori per l’articolo pubblicato, perché la fonte su cui si basava non era più ritenuta attendibile dalla redazione.

Giornalismo sotto inchiesta nel caso Rolling Stone:

Come ha giustamente notato Steve Coll, preside della Scuola di giornalismo della Columbia University e due volte premio Pulitzer: «La polizia locale non ha trovato riscontri al suo [della presunta vittima] racconto. Ma la colpa di quanto accaduto non è di Jackie. Quanto ha raccontato alla reporter non era affidabile: ma l’errore è che nessuno, al magazine, se ne sia accorto». Il nocciolo della questione infatti, è che la fonte, soprattutto quando ha una storia così grave e delicata, va verificata. Almeno vanno ascoltati gli altri protagonisti della vicenda. La scuola di giornalismo della Columbia ha curato un rapporto su questo caso, definendolo “un fallimento giornalistico che si poteva evitare”.

Insomma, ricordate che nessun tipo di fonte riporterà una versione inattaccabile o totale del fatto: toccherà al giornalista valutare attendibilità e opportunità di confrontare la testimonianza che ha sottomano con le altre a disposizione. Dovrà quindi imparare a valutare caso per caso: se l’Ansa manda un pezzo del suo corrispondente da Parigi sulla conferenza stampa all’Eliseo è da considerarsi fonte altamente attendibile. Se riferisce di un terremoto avvenuto in una zona impervia dell’Afghanistan, va presa con le pinze.