La differenza tra fonti attive e passive è facilmente spiegabile.
Fonti passive sono quelle che il giornalista va a cercarsi da solo e che spesso non hanno nessuna voglia di svolgere il ruolo di fonti.
Fonti attive sono quelle rispetto alle quali il giornalista non è cercatore ma cercato: il politico che vuole rilasciare dichiarazioni o interviste, l’istituzione che indice una conferenza stampa, e naturalmente la miriade di uffici stampa il cui lavoro consiste nel produrre una quantità di materiali su “irrinunciabili” appuntamenti e “importantissime” notizie.
La regola da tenere a mente sarebbe questa: le notizie importanti viaggiano sulle proprie gambe, senza bisogno di spintarelle, quelle buone si vanno a cercare. Nella pratica però non è così. Chiunque legga con occhio critico un qualsiasi giornale può verificare che la stragrande maggioranza delle notizie viene da fonti che possono essere giudicate attive. Principali fonti attive di notizie sono le autorità, intendendo con questo termine generico tutte le istituzioni, sia pubbliche sia private, dal magistrato al professore universitario.