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Le cinque W
WHO?*
WHERE?
WHEN?
WHAT?
WHY?
*In realtà la legge sulla Privacy (la 675/96), e anche alcuni codici deontologici dei giornalisti oggi confluiti nel Testo unico dei doveri del giornalista, impediscono al giornalista di pubblicare il nome (chi?) del protagonista della vicenda. (es. minori o soggetti deboli)
In principio erano le 5 W…
La regola delle W non è però esaustiva per il cosiddetto “new journalism”: in particolare, accanto alla narrazione dei fatti che risponde ai criteri del giornalismo tradizionale (e quindi delle 5 cinque w) si è andato sempre più affiancando l’inserimento di motivi tipici della narrazione. In pratica dalle news si passa alle storie. Ovviamente non dobbiamo generalizzare: si parla di tendenze che caratterizzano un determinato periodo: negli USA il new journalism è nato 50 anni fa, suscitando da subito il dubbio che in questo modo si pagasse qualcosa in termini di oggettività. In realtà l’esperienza anche europea ha dimostrato che il ricorrere alle storie per descrivere fenomeni economici, politici e sociali è un modello positivo e che non esiste una distinzione così netta fra mondo della soggettività e mondo dell’oggettività.
Focalizzazione della notizia
Per capire meglio proviamo a fare un esempio. Se devo fare un articolo su uno sbarco di migranti lungo le coste siciliane secondo la tradizionale regola delle 5W, scriverò più o meno:
“100 migranti sono sbarcati alle 3 del mattino al porto di Lampedusa dopo il salvataggio da parte della Guardia Costiera”. Mettiamo il caso che fra quei 100 migranti ci siano due fratelli minori non accompagnati partiti in cerca dei genitori. A questo punto cosa bisogna rispondere alla domanda Who? I cento migranti o i due bambini? La risposta non è univoca, e dipende dalla focalizzazione della notizia. In questo senso, quindi, l’oggettività pura non esiste, e dobbiamo considerare con più elasticità le regole tradizionali.